Ragione risorga



Torniamo amici,
ai giorni de "l'Uomo":
al fiordo della nostra amicizia
ove sicuri ci aspettavamo la sera
dai vichi della città
così ferita dai passi delle ronde
per l'intera notte.

Talloni d'acciaio battevano i selciati
e tu sentivi dilatarsi
e infittirsi coi battiti del cuore
la cupa eco, a sobbalzo
tra fantasmi e urla di fanciulli in sonno.

Torniamo al tempo del rischio,
a fare delle nostre rare speranze
il mazzo come di spighe
raccolte dai campi più devastati.

Nostra amicizia, oasi
ancora intatta nella memoria,
l'albero più verde fra tutti
alto sulle nuove macerie:
Dopo, amici, le amate lettere
le dolcissime lettere - altra
bibbia ugualmente vera -
dopo le strazianti lettere
dei condannati a morte
d'Italia e d'Europa,
e le cronache lugubri dei lager...

Perché notte si è fatta
ugualmente cupa:
più non rilucono luci
dalle absidi
né persuadono più
sermoni dai pergami.

Morta è la preghiera
la pietà è morta,
distrutta l'Ecumene!

Oriente e Occidente installano missili
incrociatori carichi di morte
solcano i cieli
e tutti i più ricchi paesi
vendono armi ai più poveri.

In tanto precipitoso irrompere
di sorti maligne scrosciano

tempi di fanatismi
e tutti, per contagiosa espansione, in gara
innalzano sinistri vessilli.

È tempo di più raffinata barbarie
tempo di morte più organizzata,
la morte " industriale ":
questo scialare di morte!...

Ma pure è tempo, questo,
di Oscar Arnulfo Romero
vescovo fatto popolo, e ieri
di Martin Luther King
altro agnello di Pasqua
e di milioni di fanciulli uccisi
perfino in terre cristiane,
nostri Vietnam più veri.

Torniamo, amici, a riprendere
i nomi di battaglia,
a indossare le armi della luce.

Amicizia ancora ci raccolga
dagli amari deserti
e come ago infallibilmente fisso
ci attiri al polo dei salvati:
fede compia il prodigio
che almeno Ragione risorga...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


David Maria Turoldo. Ritorniamo ai giorni del rischio. CENS. Milano 1985, pp. 59-61

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