1861-2011: 150° Anniversario dell'Unità d'Italia

UNITI PER UNIRE
mai per dividere

 

 

L'Italia
è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. (art. 1)

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge. (art. 3)

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali. (art. 4)

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. (art. 7)

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. (art. 11)

 



La Patria non è un valore in sé. Lo diventa a determinate condizioni. Come non ricordare, infatti, il monito di don Lorenzo Milani, ai cappellani militari in congedo della Toscana?

«Non discuterò qui l'idea di Patria in sé. Non mi piacciono queste divisioni. Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri... Abbiamo dunque idee diverse. Posso rispettare le vostre se le giustificherete alla luce del Vangelo o della Costituzione. Ma rispettate anche voi le idee degli altri. Soprattutto se son uomini che per le loro idee pagano di persona».

La Patria dunque che vogliamo - l'Italia che vogliamo! - è un Paese inclusivo e non esclusivo, accogliente e solidale, non razzista, sfruttatore e oppressore.

E' un paese in cui circolino liberamente le idee e le persone, non solo le merci e in cui tutti possano pienamente realizzarsi, secondo le proprie capacità, aspirazioni e necessità; decidendo i passaggi fondamentali della propria vita, nel pieno rispetto della dignità e libertà altrui, ma anche affrancati da qualsiasi forma di dogmatismo.

Un paese in cui ciascuno possa invocare Dio col nome che gli è caro e dove la croce con cui Cristo "ha abbattuto il muro di separazione che divideva i popoli" non sia usata quale pretesto per nuove e più profonde lacerazioni.

Un paese in cui ai giovani sia garantito il futuro e una scuola che sia ancora laboratorio di "convivialità delle differenze", non fucina di nuove caste sociali.

Un paese che ripudi definitivamente la guerra e non continui a confondere i militari coi missionari.

Un paese in cui...

                                costruiamo insieme questa pagina e questa storia!




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