la parola della domenica

 

Anno liturgico A
omelia di don Angelo per la 3ª Domenica del Tempo Ordinario
secondo il rito romano



 

 

Is 8, 23b-9,3
Sal 26
1Cor 1, 10-13.17
Mt 4, 12-23

Con questo brano di Matteo siamo fatti spettatori degli inizi dell'attività missionaria di Gesù, gli inizi del suo ministero.

Dove sono gli inizi? Non è il deserto, luogo della predicazione infiammata del Battista.

Colpisce questa precisione dell'evangelista Matteo nel darci le coordinate geografiche degli inizi: la Galilea... e, lasciata Nazaret, la città di Cafarnao... e poi il mare di Galilea.

Certo la collocazione geografica serve a introdurre la citazione di Isaia: come a dire che qui si compie una promessa. Questo non toglie però che i luoghi - i luoghi degli inizi - sono già in sé ricchi di significato.

La Galilea, non il centro -capite- siamo in una regione periferica, terra di confine, Galilea delle genti, luoghi contaminati nell'ortodossia, contaminati da presenze pagane.

E nella Galilea, Cafarnao: Gesù lascia Nazaret, una cittadina isolata, appartata per dimorare a Cafarnao, città crocevia, strada di passaggio, punto di convergenza di carovanieri, in mezzo al tumulto delle folle.

Una scelta che fa pensare, quasi segnasse una precedenza così diversa da quella della normale attività della chiesa: dove si preferiscono i recinti sicuri -e parlo non solo di recinti fisici, ma anche intellettuali, i luoghi del pensiero sicuro; ma c'è poi un pensiero così sicuro?- luoghi della luce conclamata: qui no, il popolo che camminava nelle tenebre!

Preferiamo la tranquillità dei paesi alla complessità della città. Per evangelizzare sogniamo luoghi più sicuri e ci lamentiamo. E diciamo: se alla domenica i negozi non fossero aperti, se non ci fosse la televisione, se non ci fossero le gite fuori porta, i viaggi turistici, i tornei di calcio, di basket, di pallavolo... le attività extrascolastiche dei ragazzi...allora la gente verrebbe, allora sì che potremmo evangelizzare.

E Gesù sceglie Cafarnao, si immerge in questo crogiuolo di umanità: noi lo diremmo un luogo non adatto all'evangelo.

E, ancora, chiama lungo il lago, là dove la gente getta la rete, là dove alcuni sono fermi a riassettare le reti. Il Vangelo che passa per i luoghi ordinari, per i mestieri più comuni e trova eco, trova risposta alla quotidianità più comune.

In questo brano degli inizi, affascinanti sono i luoghi, ma affascinano anche i verbi: innanzitutto questi verbi -e non sono pochi- di movimento, di ininterrotto movimento. "Lasciata Nararet... mentre camminava lungo il mare di Galilea"... "andando oltre"... e, quasi riassuntivo, "percorreva tutta la Galilea". Il movimento! E anche qui un contrasto.

"È difficile non vedere" - scrive don Domenico Pezzini - "come invece tanta parte del nostro servizio pastorale oggi sia fatto di sedute, nel senso materiale e metaforico del termine. Scrivo pensando a intere "sedute" di consigli pastorali spese a fissare un giorno o un'ora di una certa riunione... Esagerazioni, si dirà. Vorrei proprio, ma intanto non sono poche le energie sprecate per rimanere incollati a quello che già c'è, o a difendere quello che c'è stato. Forse sarebbe proprio il caso di riscoprire l'agilità e l'inventiva di Gesù e dei primi discepoli".

E ai verbi di Gesù "lasciata Nazaret, percorreva la Galilea" -verbi di movimento- corrispondono i verbi dei primi discepoli, anche questi di movimento: di Pietro e Andrea suo fratello è detto: "subito lasciate la reti lo seguirono" e di Giacomo e Giovanni "subito lasciata la barca e il padre lo seguirono".

Lasciare e seguire sono i verbi della fede.

In un'intervista, apparsa ieri l'altro su Repubblica il nostro Arcivescovo diceva: "Oggi, come allora, ciò che conta è decidersi per Cristo, scegliendolo come punto di riferimento, scoprendo in lui la risposta ai grandi problemi della vita".

Qual è allora la domanda?

"La domanda è - diceva in questa intervista - la domanda è: viviamo autenticamente il Vangelo? Ogni sera mi chiedo se gli siamo stati fedeli o no. L'importante è di dare espressione al Vangelo con verità, allora si troveranno i luoghi di ascolto".

 

 


 
stampa il testo
salva in  formato rtf
Segnala questa pagina ad un amico
scrivi il suo indirizzo e-mail:
 
         
     

 
torna alla home