"NON
TEMERE,
NON LASCIARTI CADERE LE BRACCIA" (Sof.3,16)
Era una delle ultime sere di novembre. Dell'ultimo novembre.
Oggi, se cerco di ricordare, non so dirti se nel cielo di
questa città, in qualche angolo remoto del cielo,
cadesse una stella.
Ricordo la strada buia. Mai forse tratto di strada mi è
parso più buio di quello. E non era - credimi - a
causa dell'illuminazione precaria, quasi improbabile, di
questo quartiere. Forse il buio era dentro. E quando il
buio è dentro, non c'è luce che tenga.
Venivo da una casa. E la sensazione che vivevo nel cuore,
era di un mondo che si stesse sbriciolando: sì, che
fossimo all'agonia di un mondo.
Un'ora, seduto su un divano, la casa grande, la luce calda,
i volti accoglienti. Dietro i volti, una storia. Da scoprire.
E la sensazione che, se fossi rimasto rispettoso sulla soglia,
la storia, a poco a poco, brano dopo brano, mi sarebbe stata
raccontata. E così fu.
VENT'ANNI
O POCO PIU'
Si
può avere vent'anni o poco più di vent'anni,
e avere già attraversato situazioni drammatiche,
paradossali e portarne il peso.
Si può avere vent'anni o poco più di vent'anni
e già sognare di essere fuori - finalmente fuori
- da un tunnel buio, che, poco o tanto, avrà segnato
per sempre la tua vita. Di ragazza di venti, o poco più,
anni.
E come non sentirsi cadere le braccia?
Uscito da quella casa me ne venivo come gravato da un peso.
Anch'io le spalle ricurve. Camminavo per via Bronzino, il
cielo sempre più cupo, e le case, quella sera - così
le ricordo - senza luce.
FOLGORANTE
NELLA NOTTE
D'un
tratto, prima di sbucare in largo Usuelli, folgorante, nel
cuore della memoria, un passo di Isaia, quello che illumina
la liturgia del Natale:
"Il
giogo che gli pesava
e la sbarra sulle sue spalle,
il bastone del suo aguzzino
come ai tempi di Madian
tu hai spezzato" (Is, 9,3).
Dunque
non lasciarti cadere le braccia: proprio là dove
tu racconti la notte. Dio inizia a raccontare la luce. E
le sue storie - quelle della notte e quella della luce -
si incrociano, si guardano negli occhi, si abbracciano,
puoi osare la speranza.
Come osò la speranza Adamo nel giorno più
sconsolato del mondo: la sera della caduta, quando tutto
sembrava parlare di morte, fissò il volto della sua
donna e, quasi una sfida, la chiamò Eva, la madre
dei viventi.
DIRE
LA LUCE
Natale
è lasciarti illuminare dal Bambino, anche lui nato
nella notte, e chiamare la donna "madre dei viventi".
E dove tutti dicono notte, incoraggiare la luce.
Natale è - in forza della promessa custodita in quel
bambino - aprire ogni giorno, testardamente, ostinatamente,
fessure di luce, là dove tutti dicono notte.
C'è dunque un Natale secondo i calendari. Ma ci sono,
per grazia, Natali anche fuori del calendario. Fuori stagione.
Nella casa, da cui venivo in quella sera buia di novembre,
il Natale era già accaduto: se vieni da una storia
di tristezze, coi tuoi venti o poco più anni di vita,
e trovi la porta di casa ancora aperta, se qualcuno ti chiama
luce, quando hai negli occhi la notte, accade il Natale.
DUE
PUNTI, A CAPO
Natale
nelle chiese e fuori le chiese. Natale per le strade e nelle
case, dove costruire la speranza che ti è stata annunciata
nelle chiese.
Natale fuori degli auguri, che lasciano tutto come prima.
"Natale: due punti, a capo", per riprendere un'intuizione
dei giovani che si sono rifiutati di chiudere il convegno
di Palermo in un documento
Due punti, a capo: si scrive nella vita. Che cosa scrivi
nella vita?
Natale per cambiare. Per cambiare la vita.
Festa di un Bambino, venuto non perché tutto restasse
come prima, ma perché cambiasse la vita.
Venuto non per un'operazione di facciata, cui ci hanno da
anni - troppi anni - abituati.
Venuto non per verniciare di colore il vuoto, non per coprire,
ma per trasformare.
Ne abbiamo abbastanza dei volti truccati, le pause studiate,
gli occhi fissi non ai problemi della gente, ma alle telecamere.
Il Bambino, quello di Betlemme, non è un Dio truccato,
non è un Dio dei palchi, è Dio nella carne
dell'uomo.
E' Dio che ti chiama luce, quando hai negli occhi e nel
cuore la notte.
Se uno ti chiama luce, rinasci. E' Natale. Vero Natale.
don
Angelo
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