TENDA
DI DIO E' LA CARNE DELL'UOMO
La
casa era luminosissima, come gli occhi della ragazza che
l'abitava. Un anno fa, pochi giorni prima di Natale.
Quest'anno, ripassando per la benedizione di Natale, il
biancore delle pareti era intatto: la ragazza, assente per
impegni di lavoro, mi lasciava una lettera e mi chiedeva
di leggerla, prima di pregare per la sua casa.
Ora è una casa che soffre. E io sono qui a pregare
per chi la abita, per il suo cuore attonito e spaventato.
Viene Natale ed è buio nel cuore.
La casa che soffre richiama al cuore drammi e sofferenze
- quanti! - incontrati o forse solo intuiti, passando per
le case in questi mesi: gli sfratti, la disoccupazione,
la solitudine, il futuro sempre più incerto.
Viene Natale ed è notte nelle case.
Ieri l'altro, sul nastro della segreteria telefonica, la
voce di un amico che invano mi ha cercato1 "Volevo
semplicemente dirti: per fortuna Gesù è nato".
Appende e richiama, dice: "Voglio che tu non fraintenda:
Gesù è nato, per fortuna!".
QUALE
SENSO ?
E
io a chiedermi quale senso evocasse il mistero del Natale
nel cuore di un padre e di una madre che, a distanza di
pochi anni, hanno la sensazione di essere chiamati a rivivere
un calvario, le cui immagini ancora non si sono spente nei
loro occhi sgomenti.
Viene Natale ed è buio nel futuro.
E io a inseguire ancora oggi il senso di quella tua esclamazione:
Gesù è nato, per fortuna!, dopo altre, pure
tue, di lamento, di protesta, di contestazione, con cui
avevi interrogato, senza risposta, il cielo.
Gesù è nato, per fortuna: che il Figlio di
Dio sia nella povera e sofferente carne dell'uomo, non fuori
ma dentro i percorsi inquieti e turbati della nostra vita,
è conforto e speranza ai nostri cuori in ricerca.
NELLA
CARNE SCIUPATA DELL'UOMO
Un
Dio che non insegue i modelli vani della arrampicata sociale,
ma quelli opposti della discesa più sconvolgente
nel grembo di una donna. E, subito dopo, sua dimora fu la
ruvida paglia, nella cesta del pane di pastori in cammino.
Un Dio che si ricorda della povera carne sciupata dell'uomo.
Per questo non può non creare interrogazioni e sconcerto
il nostro modo di celebrare il Natale.
Andando per strade e negozi di questa strana e assurda vigilia,
tutto ti verrebbe da immaginare, ma non che il nostro sia
un tempo segnato da preoccupazioni e drammi immani.
Nel giorno in cui ci è dato contemplare un Dio che
non si nasconde, ma prende la parte degli ultimi, noi per
tutta risposta altro non facciamo che cancellare dalla memoria
i segni della carne sciupata dell'uomo.
E così alla visita tenerissima di Dio si accompagna
di pari passo una sorta di generale evasione dai problemi
dell'uomo, dai drammi dell'umanità.
Lungi da noi la volontà e l'ingenuità di criminalizzare
rozzamente ogni brivido di festa che giustamente si accompagna
a questo mirabile mistero: c'è pure un pellegrinare
per vetrine gioioso e non delirante.
IL
VERO PELLEGRINAGGIO
Al
di là di ogni possibile fraintendimento rimane la
pagina nuda e povera della Natività secondo i vangeli:
rimane a dire che il vero Natale non è pellegrinare
per vetrine, ma pellegrinare per i sentieri della normalità
umana, con uno stupore e una vigilanza , se possibile, più
appassionati, con lo stupore e la vigilanza di chi, dopo
quella notte, nutre la consapevolezza che la nostra è
comunque una terra visitata da Dio e dunque sacrilegio sommo
sarebbe l'indifferenza umana.
Lungo le vie dell'indifferenza umana si consumano purtroppo
ancor oggi quotidianamente drammi personali e sociali, drammi
vicini e lontani, che non sempre portano il segno dell'attenzione
e della vicinanza dei credenti.
La soluzione dei problemi non sempre è nelle nostre
mani. Nemmeno il Figlio di Dio ha risolto ogni problema.
Ha lasciato però il segno inconfondibile della sua
vicinanza.
IL
PRESEPE VIVENTE
Prendendo
dimora nella carne dell'uomo Gesù si è in
qualche modo stretto e legato ad ogni creatura. Al di là
e prima di qualsiasi mediazione umana: nessuno te lo può
togliere! Ed è la nostra speranza!
Una speranza che ancora una volta tradiremmo se il nostro
fosse un Natale sommerso dalle cose. Sommersi dalle cose,
o scrutatori delle cose? per essere fedeli al segno.
E dunque ricercatori inquieti di un Dio nella carne dell'uomo:
da questo Natale esci con gli occhi più lucidi e
trasparenti. Per te il tempo, la storia - anche quella più
quotidiana - i volti, le strade, gli incontri, i drammi
e le speranze sono terre da scrutare quotidianamente, appassionatamente,
insonnemente: legata per sempre vi è la storia di
Dio.
Tenda
di Dio
sua calda dimora
è la carne vivente
dell'uomo, sua immagine.
Asino
e bue
siamo tutti, Signore,
muso dietro muso,
a fissare il mistero
Mistero
di ruvida
e povera paglia
e giorni senza luce,
droghe senza speranza.
Essere,
mio Dio,
asino e bue
col fiato sospeso
a godere il mistero.
Noi
siamo, Signore,
il tuo vivente presepe,
siamo la paglia
don
Angelo
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